Pubblicato il: 02-05-2018
La letteratura internazionale segnala che la nascita di un figlio rappresenta per la madre un momento di grande vulnerabilità psicologica che può tradursi in quella che viene definita come depressione post-partum (DPP), termine usato per descrivere un gruppo eterogeneo di sintomi depressivi specifici del periodo post-partum.
La letteratura internazionale segnala che la nascita di un figlio rappresenta per la madre un momento di grande vulnerabilità psicologica che può tradursi in quella che viene definita come depressione post-partum (DPP), termine usato per descrivere un gruppo eterogeneo di sintomi depressivi specifici del periodo post-partum. Si stima che la depressione post-partum colpisca circa il 13% delle puerpere1. Generalmente l’insorgenza di tale sindrome avviene intorno alla 6° settimana dopo il parto. I sintomi depressivi si risolvono spontaneamente tra i 3 e i 6 mesi successivi, mentre per un sottogruppo di donne possono perdurare fino ad un anno e più2.
Un ritardo o l’assenza di un adeguato trattamento della depressione post-partum nella donna è un fattore che incide significativamente sulla sua durata e prognosi3.
La depressione post-partum è un problema complesso poiché, in aggiunta alla sofferenza personale della madre, comporta conseguenze, anche gravi, sulla relazione madre-bambino, sullo sviluppo emotivo, cognitivo e sociale del bambino e sulle relazioni familiari4, 5.
L’identificazione precoce e il trattamento della depressione postatale possono alleviare e ridurre mesi di sofferenza della donna e gli effetti potenzialmente negativi sulla relazione madre-bambino e sullo sviluppo di quest’ultimo. Spesso però, riconoscere precocemente le donne a rischio di depressione postnatale risulta essere molto difficile poiché lo stigma sociale associato a tale sindrome ostacola le mamme a chiedere aiuto6. Allo scopo di evitare tale atteggiamento, è necessario identificare precocemente, a partire dalla gravidanza, le madri che sono a rischio di sviluppare depressione post-partum7.
Da diversi anni, la letteratura internazionale, si sta muovendo al fine di validare strumenti di valutazione dell’umore in gravidanza e nell’immediato post-partum8, identificare i fattori di rischio della depressione postnatale e valutare il valore predittivo di tali fattori.
In particolare sono state studiate 4 tipologie di fattori di rischio: psicologici, relazionali, sociali e ostetrico-ginecologici.
Rispetto ai fattori relazionali la letteratura suggerisce che la qualità delle relazioni attuali, in particolare la soddisfazione rispetto alla relazione di coppia e la percezione di essere supportato adeguatamente dal partner, possono essere un fattore protettivo durante il primo anno dopo il parto12.
Accanto a fattori di ordine psicologico e relazionale, la presenza di eventi avversi e stressanti (lutti e gravi malattie, cambiamenti lavorativi e disoccupazione, trasferimenti e immigrazione) nella vita della donna coincidenti al periodo della gravidanza così come la percezione e la presenza di uno scarso supporto sociale, può aggravare l’effetto dei fattori sopra citati rendendo la donna più a rischio di sviluppare una DPP13.
Rispetto alla cura delle donne affette da depressione in gravidanza e nel post-partum, la letteratura internazionale sembra dimostrare l’efficacia a breve e a lungo termine del trattamento psicologico e psichiatrico della DPP13, 14. Alla luce di quanto detto, l’Unità Operativa di Psichiatria 51 dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, ha aperto dal gennaio 2010 l’Ambulatorio di Prevenzione e Cura della Depressione in gravidanza e nel post-partum(Diretto dal Dott. Gala) in collaborazione con l’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del medesimo ospedale(Prof.ssaMarconi). Tale iniziativa si inserisce all’interno del Programma di Azioni Innovative per la Salute Mentale della Regione Lombardia.
L’Associazione GeF Educational con i suoi interventi multidisciplinari contribuisce a diffondere la cultura sanitaria e sentimentale importante per la prevenzione e la cura dei disturbi della donna, della coppia e della famiglia.
La Presidente
Gilla Cauli